COME SI RISOLVE IL PROBLEMA DELL'UMIDITA' DI RISALITA NEI MURI
Un problema, di qualsiasi natura esso
sia, per poter essere risolto in modo definitivo deve
essere affrontato alla sua base. Ovvero una soluzione
può essere considerata tale solo se attuata nei punti in
cui il problema si genera e non nei punti in cui questo
si manifesta.
Di conseguenza non si può pensare di risolvere il
problema dell’umidità di risalita dal terreno
intervenendo sulla muratura a quote superiori rispetto a
quella del terreno.
La migliore soluzione ipotizzabile del problema in
questione sarebbe quella di impermeabilizzare le
superfici della muratura per tutta la sua porzione
interrata. Di fatto questa soluzione non sarebbe di
facile attuazione da un punto di vista esecutivo ed
inoltre risulterebbe notevolmente costosa.
La soluzione alternativa sarebbe quella di creare una
barriera, poco sopra la quota del terreno, che impedisca
all’umidità, comunque presente nella porzione interrata
della muratura, di risalire attraverso i capillari dei
suoi materiali costituenti.
Ed è proprio su questo principio che si basa
l’intervento di deumidificazione da noi proposto, che
consiste nella realizzazione, alla base della muratura,
di una barriera chimica permanente contro l’umidità di
risalita dal terreno.
Tale barriera viene creata eseguendo nella muratura, a
una quota di poco superiore (5-10 cm) rispetto a quella
del terreno, dei piccoli fori (di diametro 10 mm, di
profondità 5-10 cm inferiore allo spessore della
muratura e con interasse di 10 cm circa), nei quali
viene iniettata a bassa pressione (2-5 atm) una
soluzione a base di resine siliconiche.
Il termine “resine siliconiche” viene ancora ampiamente
utilizzato per identificare questa tipologia di
materiali, anche se di fatto la soluzione (attualmente
utilizzata) viene preparata sul posto miscelando con
l’acqua un concentrato di “silani monomeri
idrorepellenti”, senza l’ausilio di solventi o diluenti.
La soluzione iniettata risulta atossica, inodore (dopo
qualche ora) e non infiammabile; la quantità iniettata
può variare dai 15 ai 30 litri per metroquadro di
muratura trattata (in sezione orizzontale), in relazione
alla tipologia e ai materiali costituenti (mattoni pieni
in laterizio, blocchi semipieni e forati in laterizio,
pietre e sassi, blocchi di tufo, calcestruzzo pieno,
blocchi in calcestruzzo,… e possibili combinazioni).
L’intervento può essere eseguito operando da un solo
lato (esterno o interno) della muratura per spessori
fino a 50-60 cm, mentre è necessario operare da entrambi
i lati per spessori maggiori (fino a 100 cm).
Grazie ad una adeguata pressione, le resine siliconiche
si distribuiscono in modo omogeneo per tutto lo spessore
della muratura, andando a saturare i
capillari dei suoi
materiali costituenti. In questo modo si riesce a creare
uno strato di muratura completamente
impermeabile e
viene di fatto impedito all’umidità presente nella
porzione interrata di risalire.
Nel caso in cui la muratura non sia già stata stonacata
prima dell’intervento di deumidificazione, è necessario
provvedere alla rimozione del vecchio intonaco fino al
vivo dei materiali costituenti almeno per un’altezza
(generalmente variabile tra 1 e 2 metri) 50 cm superiore
all’altezza raggiunta dall’umidità di risalita.
Tale operazione deve essere eseguita non prima di una
settimana dalla conclusione dell’intervento di
deumidificazione, in modo tale che le resine siliconiche
possano raggiungere la piena efficienza.
Trascorso un discreto periodo di tempo (minimo 2-3
settimane) e dopo aver verificato le condizioni della
muratura trattata, è possibile procedere
all’applicazione del nuovo intonaco, utilizzando un
intonaco tradizionale miscelato con l’apposito additivo
da noi fornito oppure utilizzando un
intonaco
deumidificante preconfezionato sui muri fuoriterra e un
intonaco osmotico preconfezionato sui muri controterra
(tutti i dettagli riguardanti la scelta degli intonaci
da utilizzare verranno analizzati in fase di sopralluogo
e rivisti in fase di intervento).
L’apposito additivo (da noi fornito) consente, qualora
l’umidità di risalita non sia completamente evaporata
dalla muratura, di evitare che i sali rilasciati
dall’acqua in fase di evaporazione possano deteriorare
il nuovo intonaco. Inoltre l’additivo conferisce al
nuovo intonaco un’adeguata impermeabilizzazione, in modo
tale che il fenomeno dell’umidità di risalita non si
possa presentare lungo l’intonaco stesso.
Prestazioni superiori a quelle di un intonaco additivato
sono fornite dagli intonaci deumidificanti, per quanto
riguarda l’evaporazione dell’umidità residua presente
nella muratura, e dagli intonaci osmotici, per quanto
riguarda l’impermeabilizzazione verso l’umidità
proveniente dal basso (o dal lato esterno nel caso di
muri controterra).
Si sottolinea il fatto che maggiore è il tempo lasciato
trascorrere prima dell’applicazione del nuovo intonaco,
maggiore è la quantità di umidità nella muratura in
grado di evaporare.
L’intervento di deumidificazione sopra descritto è da
noi garantito per la durata di 10 (dieci) anni. Tuttavia
si può ritenere che la sua durata sia prossima alla vita
utile dell’intonaco (applicato sulla medesima muratura
in assenza di umidità di risalita), dal momento che
l’efficacia della barriera chimica non si riduce
sensibilmente nel tempo.
Come appendice, al fine di rendere più comprensibile
quanto finora descritto, alleghiamo due disegni
raffiguranti una muratura perimetrale di un immobile,
costruito in un’epoca antecedente all’utilizzo delle
strutture in calcestruzzo armato e di qualsiasi
tipologia di impermeabilizzazione, nelle due situazioni
“prima” e “dopo” l’intervento di deumidificazione
mediante la realizzazione di una barriera chimica.
In particolare si è pensato di raffigurare una muratura
perimetrale costituita da mattoni pieni in laterizio
(rimasta invariata nel tempo) con la presenza sul lato
interno di un vespaio aerato (realizzato ipoteticamente
durante un recente intervento di ristrutturazione
dell’immobile).
Per semplicità si è evidenziata l’umidità all’interno
della muratura, trascurando quella ovviamente presente
nel terreno e nel basamento della medesima muratura e
del vespaio.
Osservando il primo disegno (“prima”) è possibile
comprendere come il vespaio aerato non possa essere
considerato per la muratura una soluzione al problema
dell’umidità di risalita dal terreno.
Osservando il secondo disegno (“dopo”) è invece chiaro
come la barriera chimica sia in grado di arrestare
completamente la risalita di umidità proveniente dalla
porzione di muratura a contatto diretto con il terreno.
La muratura, successivamente all’esecuzione della
barriera chimica, incomincerà ad asciugarsi grazie al
processo di evaporazione dell’acqua presente (risalita
per il fenomeno della capillarità). Se la barriera
chimica è stata correttamente eseguita, la risalita
capillare di umidità dal terreno viene completamente
arrestata e di conseguenza l’asciugatura della muratura
(dopo un periodo di tempo variabile in funzione della
tipologia, dei materiali e dello spessore di
quest’ultima) sarà completa.
Come si risolve il problema dell'umidità di risalita nei muri