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COME NON SI RISOLVE IL PROBLEMA DELL'UMIDITA' DI RISALITA NEI MURI

L’edilizia è un settore molto vasto con una storia millenaria. Tuttavia la percentuale maggiore degli operanti in tale settore riceve la propria formazione tecnica direttamente in cantiere e non frequentando appositi corsi. Senza nulla togliere all’esperienza pratica di cantiere, che resta comunque basilare, le nozioni tecniche teoriche sono spesso però fondamentali per affrontare alcuni tipi di problemi. Uno fra questi è appunto quello dell’umidità di risalita dal terreno.
Passeggiando nei centri storici si possono osservare, alla base delle murature perimetrali degli immobili, alcuni espedienti adottati per cercare di risolvere il problema in questione. Tuttavia questi risultano essere non delle vere soluzioni ma solo dei palliativi, con l’unico risultato di mascherare per breve tempo il problema.
All’esterno di un immobile il più comune ed economico espediente è quello di strollare la superficie inferiore delle murature, per una altezza variabile tra 50 e 100 cm. In questo modo certamente risultano meno evidenti gli schizzi di acqua piovana ma non i danni causati dall’umidità di risalita, i quali si manifestano al di sopra della strollatura.
Un espediente analogo (ma più costoso del precedente) è quello di rivestire la superficie inferiore delle murature, sempre per una altezza variabile tra 50 e 100 cm, con lastre di marmo, mattonelle di pietra o piastrelle di vari materiali. In questo caso i danni causati dall’umidità di risalita si presentano a partire dal punto in cui termina il rivestimento.
Sempre all’esterno, un altro espediente (molto utilizzato in passato) è quello di realizzare alla base delle murature perimetrali una serie di fori di aerazione, riconoscibili dagli evidenti tappi forati di materiale plastico o metallico. Tuttavia, in presenza di notevole umidità, il numero dei fori risulta insufficiente a garantire un’adeguata aerazione degli strati interni della murature e di conseguenza non può essere arrestato il degrado degli intonaci. Inoltre tale espediente non trova comunque grandi consensi dal punto di vista estetico.
Sul lato interno delle murature perimetrali, un espediente molto comune (e purtroppo ancora oggi utilizzato) è quello di realizzare una controparete, costituita da tavelle in laterizio o da lastre di cartongesso. Chiaro a tutti è il fatto che una controparete può soltanto nascondere (e non risolvere) il problema dell’umidità di risalita ad un osservatore interno. Meno chiaro invece è il fatto che in una controparete aerata (specialmente in cartongesso), data la presenza di aria e di umidità, possono proliferare muffe e batteri; un osservatore interno potrà accorgersi di questo fatto soltanto quando la situazione sarà irrecuperabile e si renderà necessaria la rimozione della controparete.
In modo analogo, sul lato esterno delle murature perimetrali, alcuni pensano che l’applicazione di un “cappotto” (attualmente molto utilizzato) possa costituire una soluzione al problema dell’umidità di risalita. Di fatto il “cappotto” (in polistirene o materiali similari), che è concepito per migliorare l’isolamento termico dell’involucro dell’edificio, riesce a nascondere il problema ad un osservatore esterno, ma porta di fatto tutta l’umidità presente nelle murature ad evaporare solo dal lato interno, facendo aumentare di conseguenza il degrado dell’intonaco e l’umidità dell’aria ambiente.
All’interno di un immobile la realizzazione di un vespaio aerato (che viene prescritta dai Regolamenti Locali di Igiene) non può essere considerata una soluzione al problema dell’umidità di risalita, in quanto il vespaio è in grado di isolare il pavimento e solo parzialmente le murature dal terreno. Inoltre l’umidità presente alla base delle murature solo in minima parte riesce ad evaporare verso il vespaio, dal momento che solitamente è insufficiente (per garantire un’adeguata evaporazione) sia la superficie delle murature a contatto con il vespaio sia la superficie delle bocchette di aerazione di quest’ultimo.
In modo analogo, all’esterno di un immobile la realizzazione di una trincea (chiamata da molti “scannafosso”) non può essere considerata una soluzione al problema dell’umidità di risalita, dal momento che anche in questo caso non viene interrotto il flusso maggiore di umidità che proviene dalla base delle murature. Inoltre all’interno di una trincea sussiste il rischio di un ristagno delle acque piovane, che peggiorerebbe la situazione.
Relativamente alla realizzazione di un vespaio aerato all’interno e/o di una trincea all’esterno di un immobile, evidenziamo che, da un punto di vista strutturale, uno scavo continuo a ridosso di una muratura (portante) ne riduce la capacità portante in quanto viene meno l’attrito con il terreno circostante.
Molti considerano una vera soluzione al problema dell’umidità di risalita la sostituzione dei vecchi intonaci con nuovi intonaci deumidificanti premiscelati, solitamente fino ad una altezza 50 cm superiore al livello del degrado. Purtroppo questi intonaci, che sono essenzialmente macroporosi, sono destinati nel tempo a saturarsi di sali, analogamente a quelli tradizionali. Inoltre la loro applicazione sul lato interno delle murature perimetrali prevede di limitare al minimo la presenza di arredo, proprio per facilitare l’evaporazione dell’umidità presente all’interno delle murature.
Anche l’applicazione di intonaci osmotici (impermeabili) premiscelati non può essere considerata una soluzione al problema. Infatti questi intonaci, oltre ad essere a loro volta soggetti a degrado nel tempo, si comportano nei confronti delle murature come i classici rivestimenti in marmo o pietra. Di conseguenza i danni causati dall’umidità di risalita si presentano a partire dal punto in cui termina l’intonaco osmotico ed inizia quello tradizionale.
Ricordiamo inoltre che esistono in commercio speciali additivi, in grado di conferire agli intonaci tradizionali delle prestazioni analoghe (anche se leggermente inferiori) a quelle degli intonaci deumidificanti ed osmotici premiscelati.
Possiamo quindi affermare che anche il migliore intonaco, senza alcun intervento alla base delle murature (barriera chimica, che descriveremo tra poco), non è assolutamente in grado di risolvere il problema dell’umidità di risalita e di conseguenza è destinato a deteriorarsi nel tempo.
Spieghiamo infine il motivo per il quale il posizionamento di un deumidificatore all’interno di un locale non possa costituire una soluzione al problema dell’umidità di risalita nelle murature che lo delimitano. Il deumidificatore è infatti in grado di ridurre l’umidità presente allo stato di vapore nell’aria ambiente, condensandola in un apposito contenitore. Paradossalmente, riducendo l’umidità ambientale si favorisce l’evaporazione dell’umidità presente allo stato liquido all’interno delle murature, aumentando di conseguenza la risalita di umidità dal terreno.

Come non si risolve il problema dell'umidità di risalita nei muri

problema umidita di risalita

La strollatura della superficie inferiore della muratura non può arrestare il degrado dell'intonaco causato dall'umidità di risalita.

problema umidita di risalita

La strollatura della superficie inferiore della muratura e l'inserimento di fori di aerazione non possono arrestare il degrado dell'intonaco causato dall'umidità di risalita.

problema umidita di risalita

Il rivestimento della superficie inferiore della muratura mediante mattonelle di pietra non può arrestare il degrado dell'intonaco causato dall'umidità di risalita.

problema umidita di risalita

Il rivestimento della superficie inferiore della muratura mediante mattonelle di pietra non può arrestare il degrado dell'intonaco causato dall'umidità di risalita.

problema umidita di risalita

Il rivestimento della superficie inferiore della muratura mediante mattonelle di pietra e l'inserimento di fori di aerazione non possono arrestare il degrado dell'intonaco causato dall'umidità di risalita.

problema umidita di risalita

Il rivestimento della superficie inferiore della muratura mediante lastre di marmo e l'inserimento di fori di aerazione non possono arrestare il degrado dell'intonaco causato dall'umidità di risalita.

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